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Il Lato Femminile della Birra Artigianale.

Il lato femminile della birra esiste e resiste sgomitando in un mondo di stereotipi e oltre a volerci impegno e passione, per una donna sul proprio luogo di lavoro è necessaria anche una buona resistenza alla discriminazione di genere.

Il lato femminile della birra, è composto da donne e non solo, che lottano ogni giorno contro atteggiamenti misogini fortemente radicati. Il sessismo è un problema sistemico e le donne che lavorano tra birrifici e birrerie subiscono episodi quotidiani di discriminazione, fino ad arrivare a vere e proprie violenze.

L’immaginario comune della birra è legato all’uomo. La pubblicità è colma di tiritere sulla “bella bionda” e la promozione è un susseguirsi di luoghi comuni da cui anche il movimento artigianale non riesce a svincolarsi. Eppure le donne la birra l’hanno sempre fatta e bevuta. Dalla Dea Ninkasi – antica divinità sumera, madre della birra – ai birrifici trappisti dei monasteri medioevali, la produzione brassicola è stata una “questione da donne” per secoli. Almeno fino al XVIII secolo, quando l’industrializzazione ha assorbito la produzione artigianale e le donne, escluse dalla vita pubblica e lavorativa, sono state sostituite dall’immagine del birraio nerboruto, che ha cancellato la storia di migliaia di Birraie prima di lui.

Il “lato femminile” della birra è in forte ripresa. Negli ultimi 15 anni, in concomitanza con la rivitalizzazione del cosiddetto “movimento” della birra artigianale, grazie al lavoro di attiviste, appassionate e lavoratrici brassicole c’è stata una grande visibilizzazione delle donne Birraie. Si,  perchè le donne la birra la bevono e la fanno sul serio. Professioniste come Megan O’Leary Parisi, Capa Birraia al Birrificio Samuel Adams marchio della Boston Beer Company, conduce uno tra i maggiori birrifici artigianali degli USA.
Doris Engelhard – ultima monaca birraia d’Europa – nell’abbazia francescana di Mallersdorf produrre da sola circa 3 mila ettolitri di birra l’anno. Birra rarissima che non viene esportata e viene consumata solo localmente. Sempre nel mondo trappista si fa riconoscere Anne Francoise Pypaert, Capa Birraia dello storico birrificio Orval, ospitato nell’omonima abbazia belga dove si produce una delle più note birre trappiste.
Tra le Birraie nostrane troviamo invece Luana Meola, Capa Birraia per Fabbrica della Birra Perugia,  che ha portato il birrificio umbro alla vittoria del premio come miglior birrificio al concorso Birra dell’Anno nel 2016.

Insomma, il lato femminile della birra esiste e resiste sgomitando in un mondo di stereotipi e oltre a volerci impegno e passione, per una donna sul proprio luogo di lavoro è necessaria anche una buona resistenza alla discriminazione di genere.

Per combattere questo problema sono nate associazioni internazionali come la Pink Boots Society, nata negli USA e costituita da donne coinvolte a vario titolo nel settore, il cui obiettivo è “assistere, ispirare e incoraggiare le donne professioniste nel mondo della birra attraverso la formazione”. L’associazione ogni anno l’8 Marzo organizza il Pink Boots Collaboration Brew Day® per aiutare a raccogliere fondi per borse di studio Pink Boots che supportano diverse aspiranti Birraie nella loro formazione. Sul loro esempio, in Regno Unito è nato il Project Venus che organizza, sempre nel giornata dedicata ai diritti delle donne, l’International Women Collaboration Brew Day. Mentre a Norwich, nella regione dell’East Anglia, si organizza il FemAle Brew Festival che unisce musica e birra, rigorosamente prodotta da donne.

L’Associazione  Le Donne della Birra è invece pioniera in Italia su questo settore e raccoglie professioniste e appassionate per valorizzare il ruolo delle donne nella cultura birraria e promuovere la parità di genere nel mondo brassicolo.

Speriamo presto di vedere anche nella penisola eventi dedicati alla visibilizzazione delle donne Birraie, magari proprio nella data di oggi 8 Marzo, Giornata Internazione dei Diritti delle Donne, e di poter un giorno fare un brindisi alla parità di genere nel mondo brassicolo! 

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